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Articoli per la rivista Italia Uomo Ambiente di Pronatura Firenze

Da agosto 2018 Gabbie Vuote collabora con la Rivista Italia Uomo Ambiente di Pronatura Firenze

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EQUIDI: I CAVALLI


Gli equidi, cavalli e asini (ma anche gli ibridi: muli, bardotti) sono una famiglia di animali tra i più sfruttati in assoluto: competizioni legali, corse clandestine, palii di tradizione medioevale, maneggi, traino di carrozze sotto il sole cocente e la pioggia, circhi, trasporti, vivisezione, pellicce.....alimentazione. L'elenco è lungo e riguarda tutte le modalità di uso e sfruttamento.

In Italia ogni anno sono macellati 84.063 cavalli (di cui 70.000 devono subire anche il trasporto dall’estero) e 1.734 tra asini, muli, bardotti, a cui spetta una vita di lavoro e una volta finito il loro impiego uccisi per venderne la carne.

Nella legislazione italiana il cavallo e gli altri equidi non hanno alcun riconoscimento. Come tutti gli altri animali sfruttati, è un animale "da", ovvero: da trotto, da galoppo, da traino, da dressage, da circo......da macello, mentre sono in molti a considerarli animali d'affezione. Status che da tempo viene richiesto per loro, inutilmente. Anche i regolamenti europei sono carenti di norme per la tutela degli equidi.

La legge italiana consente inoltre la macellazione degli equidi: sono inclusi i puledri, ossia i “cuccioli”, che abbiano almeno 7 giorni di vita, e che sono venduti al macello per pochi euro al chilo.

Chi è il cavallo

L’aria del Paradiso è quella che soffia tra le orecchie di un cavallo. (Proverbio arabo)

Il cavallo è un animale fiero, delicato, nobile, elegante, dalla bellezza straordinaria. E' un amico.

E'  molto intelligente, agile e forte, sensibile, altruista, comunicativo la sua versatilità ha permesso all’uomo un impiego costante in moltissime attività. Dallo sport al lavoro, alla pet-therapy ma in realtà questo straordinario animale ama passare del tempo a rilassarsi, pascolare e godersi il sole. E' pacifico, socievole e molto affettuoso non solo con i suoi simili ma anche con gli esseri umani.

Pur essendo un animale addomesticato da molto tempo, la sua natura selvaggia non si spenge, rimane parte integrante del suo animo e del suo carattere.

Ama destinare la sua attenzione ai suoi simili, ma è curioso anche nei confronti di altre specie che non reputa pericolose. Tra queste anche l’uomo con il quale ha stabilito un patto di allenaza  millenario. Il cavallo possiede sensi molto sviluppati e, tra questi, la capacità di captare e prevedere situazioni di pericolo.

Il cavallo ha una vita media variabile dai 25 ai 30 anni; più raramente supera i 40 anni di vita.

Come per tutti i mammiferi, anche per il cavallo è fondamentale il rapporto con la madre che è attaccatissima al suo puledro e lo difende da tutti gli intrusi, compreso l'uomo. La nascita avviene all’interno del branco e le altre femmine fanno cerchio intorno alla partoriente. Poi il piccolo viene accudito assiduamente non solo dalla madre, ma anche dalle “zie”, che la aiutano e le permettono di pensare un po’ a sé, per esempio di mangiare in tranquillità.

In natura, essendo un animale sociale,  il cavallo vive in gruppi dove tutti si conoscono individualmente e si creano rapporti differenziati, di solito ognuno ha un suo "amico del cuore". All’interno del gruppo, nel tempo, si stabiliscono delle gerarchie e di solito il capo è una femmina anziana, che ha maturato diverse esperienze e conoscenze. Nella comunità dei cavalli, inoltre si deve anche “lavorare” per il bene di tutti: a turno qualcuno veglia e controlla l’arrivo di eventuali predatori mentre gli altri si riposano.

In Italia i cavalli che si allevano per scopi quali il tempo libero e l’equitazione, nella maggior parte dei casi quando subiscono inevitabili fratture o altre ferite durante le gare e le sagre popolari, quando invecchiano o quando semplicemente non fanno il loro lavoro vengono spediti al macello.

Nell'ippica il fine commerciale regna sovrano. Negli allevamenti i cavalli sono trattati ignorando le loro esigenze etologiche: spesso vengono strappati troppo presto alla madre, allenati e messi in pista a 2 anni, corrono per altri 3-8 anni a seconda della disciplina e poi vengono “dismessi”, per essere sostituiti da altri allevati appositamente.

Passano la vita in una scuderia, isolati dal punto di vista sociale, spesso confinati per gran parte della giornata in un box troppo piccolo mangiando solo due volte al giorno (invece che per tutta la giornata come farebbero in libertà). Non solo: il non poter eseguire determinati comportamenti che fanno parte del repertorio naturale porta all'insorgenza di uno stato di frustrazione che può sfociare in disturbi del comportamento e depressione, sviluppo di stereotipie come il cosiddetto “ticchio di appoggio”, ovvero appoggiare gli incisivi superiori sulla staccionata, il ticchio aerofagico (aspirare continuamente aria), fare il “ballo dell’orso”, girare in cerchio, battere continuamente il terreno con una delle zampe anteriori e così via.

Nel repertorio comportamentale del cavallo non rientra fare a gara a chi arriva primo, sfidare a chi salta più ostacoli oppure ostacoli più alti, percorrere distanze a tappe e tempi prestabiliti, fare gimkane, slalom e barili, radunare altri animali, fare movimenti e passi ripetuti ossessivamente, affrontare estenuanti allenamenti, rinchiudersi in luoghi chiusi, stare isolati, mangiare a razioni giornaliere.

Secondo la FNOVI (Federazione nazionale ordine vetarinari italiani) i cavalli dismessi dalle gare vengono macellati.

Carrozzelle

Il cavallo attaccato a una carrozza fa una cosa a cui è in qualche modo costretto, che non farebbe mai spontaneamente e facendo la quale non prova sicuramente né piacere né benessere. La carrozza è uno strumento a uso e consumo umano e il cavallo che la tira è un animale come minimo “usato” e spesso “abusato”. Nel caso delle carrozze in città, a prescindere dal caldo e dalla pioggia, è sottoposto a lunghe ore di privazione sensoriale: un animale che in natura pascola fino a 17 ore al giorno, che ha necessità di stare in branco, che è estremamente sociale e gregario, il cui metabolismo è stato plasmato perché si alimenti in continuazione…messo lì per ore o fermo come un fantoccio o a tirare una pesante carrozza non è un animale rispettato. Inoltre, spesso i cavalli scivolano sull'asfalto, si feriscono, vengono soppressi.

Quando il cavallo viene liberato da un lungo periodo di confinamento, corre e sgroppa, ma non lo fa perché “è felice”. Paradossalmente può essere la dimostrazione del contrario e cioè che quel cavallo dalla vita infelice  può espletare finalmente il suo bisogno di libertà.

A quale epoca rispondono le carrozzelle? Non certo a quella dell'informatica, dell'esplorazione di Marte, dei robot, dell'energia solare...rispondono al passato ormai remoto a quella tradizione che si vuole continuamente rigenerare, che rappresenta modalità di vita superate, tradizione che rispecchia il contrario dell'evoluzione alla quale appartengono invece la fantasia e la creatività.

Carne di cavallo

Nonostante il consumo di carne di cavallo sia in continuo calo (167.139 macellati nel 2006 e 42.370 nel 2016), l'Italia rimane uno dei paesi al mondo con il maggior consumo pro-capite e rappresenta il primo consumatore di carne equina in Europa.

Sono decine di migliaia i cavalli che ogni anno vengono importati tramite viaggi interminabili, anche di oltre 30 ore,  dagli allevamenti e i mercati di Polonia, Francia e Spagna. All’arrivo, ad attenderli, una morte terribile nei macelli, dove assistono spaventanti all’abbattimento di chi li precede.
Secondo Coldiretti rappresentano il 75% del consumo.

I cavalli provengono da due principali circuiti:
  • Allevamenti specifici per lo scopo alimentare, limitati nel numero perché in Italia economicamente svantaggiosi, principalmente per le alte spese destinate all'alimentazione degli animali caratterizzati da un'elevata velocità di crescita e da un notevole sviluppo delle masse muscolare. In questo tipo di allevamento gli animali non subiscono spostamenti o frequenti passaggi di proprietà, può accadere che vengano trasportati in altre aziende per l'ingrassamento e il finissaggio prima della macellazione che avviene generalmente a 1 anno di vita.
  • Allevamento con fini 'sportivi' agonistici o di turismo equestre, in cui molti cavalli sono classificati comunque come destinatati alla produzione alimentare (D.P.A.) e dopo essere stati utilizzati nelle competizioni o in altre attività, a circa 8-10 anni finiscono per essere uccisi nei macelli. In questa tipologia di allevamento sono molto frequenti passaggi di proprietà e cambi di detenzione, dovuti allo spostamento dei cavalli da una scuderia all’altra. Purtroppo anche cavalli NON D.P.A. possono essere inseriti in maniera fraudolenta nella filiera alimentare quando non più 'utili'.

Arrivati al macello, consapevoli di quanto sta per accadere, i cavalli terrorizzati scalciano e indietreggiano ad ogni minimo rumore che precede ogni abbattimento che può avvenire dopo poche ore, ma solitamente i cavalli trascorrono da 1 a un massimo di 7 giorni in stalle, fino a quando avviene la visita 'ante mortem', con la quale l'animale è giudicato idoneo alla macellazione dal veterinario.

Entro 24 ore i cavalli saranno condotti nei corridoi che conducono alla ‘trappola’. Questa gabbia di metallo ha la funzione di contenere gli animali prima che l'operatore li stordisca con una pistola a proiettile captivo, che provoca danni gravi e irreversibili al cervello.

Da non sottovalutare è anche la modalità di uccisione dell’animale. Agnese Santi, veterinaria libera professionista ippiatra, commenta “il rischio che lo sparo del proiettile captivo non sia effettuato correttamente è alto, dato il movimento costante della testa di animali spaventati dall’ambiente, dai rumori e odori, come si vede chiaramente dalle immagini dei video. Risultato: uno stordimento non adeguato e cavalli che spesso vengono appesi ancora coscienti, innegabile maltrattamento”.

I macelli  principali per numero di cavalli macellati in Italia, abbattono fino a 4000 cavalli l'anno. Dopo lo stordimento sono appesi per gli arti posteriori e verranno loro recisi i vasi sanguigni del collo per essere dissanguati. Scuoiati, eviscerati e infine sezionati in mezzene o quarti, con la visita post mortem i cavalli diventano carne licenziata al consumo e poi spedita nelle macellerie.

Dai mercati visitati in Polonia fino ai macelli pugliesi, grazie alle video investigazioni, sono stati osservati:
  • cavalli caricati a forza sui mezzi di trasporto, picchiati con bastoni e soggetti a frequenti cadute
  • animali che presentano ferite agli occhi e alle zampe
  • animali legati anche per molte ore di seguito, inseriti in un contesto caotico, visibilmente stressati ed impauriti
  • utilizzo di mezzi di trasporto non idonei
  • molti animali giungono stremati, avendo trascorso il viaggio impiegando ogni energia per mantenere l'equilibrio e contrastare i movimenti dovuti al trasporto
  • i cavalli sono animali a rischio disidratazione, ma difficilmente durante il trasporto berranno acqua con un gusto sconosciuto
  • i trasporti avvengono a qualunque condizione atmosferica, le condizioni dei cavalli peggiorano vistosamente con il caldo dei mesi estivi
  • cavalli che assistono all'uccisione di altri animali, manifestando terrore e accasciandosi all'interno della trappola di stordimento
  • animali impauriti, che indietreggiano vistosamente ad ogni rumore che precede un abbattimento e che sembrano pienamente consapevoli di ciò che sta per accadere

La carne di cavallo viene importata anche dagli USA dove non esiste una differenza tra equidi DPA  ed equidi NON DPA come abbiamo in Europa e dove i cavalli non sono considerati parte della filiera alimentare. Non si mangiano ma si esportano per essere mangiati. Questa  carne USA, condita con un'impressionante lista di farmaci ed ormoni che in Europa hanno regolamentazioni molto severe o sono del tutto proibiti perché pericolosi o pericolosissimi per la salute umana.

Le "fattorie del sangue"

La sorte peggiore è riservata alle femmine nelle "fattorie del sangue". Una vita passata tra gravidanze, aborti e torture per ottenere l'ormone PMSG contenuto esclusivamente nel sangue di cavalle gravide che viene usato per la produzione di alcuni farmaci veterinari che servono per indurre artificialmente il calore e l'ovulazione negli allevamenti intensivi di maiali.   Queste cavalle sono sottoposte, in media una volta a settimana, a estrazioni di sangue  che possono raggiungere i 10-12 litri, quantità che può portare a shock e morte. Vengono ripetutamente ingravidate ma nella maggiro parte dei casi abortiscono a causa delle condizioni fisiche estremamente debilitate. Se riesono a partorire, i puledri maschi vengono mandati al macello, le femmine seguono la sorte delle madri e quando non rimangono più gravide anch'esse mandate al macello.

L'anemia infettiva equina

L'AIE www.horseprotection.it/dett_articolo.asp?id_a=57 è una malattia virale dei cavalli. La sua sintomatologia comprende attacchi di febbre alta, anemia, dimagrimento e calo del rendimento. In casi sporadici può sopraggiungere la morte improvvisa. In via teorica sono soggetti all'anemia infettiva tutti gli equidi.

Tanti cavalli sani sono stati abbattuti nel nostro Paese e tanti sono sotto continua minaccia di abbattimento o macello, a causa della scarsa conoscenza di questo fenomeno e del panico che si è creato. Gli animali semplicemente positivi alla malattia non sono, in linea generale, fonte di contagio e il vero rischio di trasmissione è rappresentato  da improprie gestioni di strumenti veterinari, quali siringhe, aghi o attrezzi chirurgici.

Secondo l'IZSLT (Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana, che è attualmente il Centro di Referenza nazionale per questa malattia), nel periodo di sorveglianza 2007/2011, su 1.080.043 cavalli esaminati, 1.479 sono risultati positivi, cioè lo 0,14%. Maggiore la proporzione dei positivi fra i muli (736/12.000). Modeste invece le prevalenze negli asini, tra i quali sono stati accertati solo 35 casi mentre non sono stati documentati casi di malattia conclamata.

Video



www.youtube.com/watch?v=lxiOM... secondi prima di morire ammazzati

www.youtube.com/watch?v=XINo... macellazione di cavalli

www.youtube.com/watch?v=2tDI... macellazione di cavalli

www.youtube.com/watch?v=ezx... anemia infettiva equina


www.youtube.com/watch?v=ez... anemia infettiva equina

www.iene.mediaset.it/video/pel... da dove viene la carne equina



www.tpi.it/2018/10/23/palio-di... palio di Siena straordinario 2018

www.youtube.com/watch?v=6... purosangue al macello TG La7

Buone pratiche

Nei paesi di lingua anglosassone come Inghilterra e Stati Uniti  (dove la macellazione dei cavalli è proibta dal 2006) e quelli che hanno subito la dominazione inglese come India e Australia, il consumo di carne di cavallo rappresenta un vero tabù culturale anche se  migliaia di animali vengono comunque macellati a scopo di esportazione.

La carne di cavallo è vietata anche in Argentina e Brasile.

Firenze, settembre 2020

Mariangela Corrieri
Presidente Gabbie Vuote ODV Firenze







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