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COLOMBI DI CITTA'

Columbia livia forma domestica


Un problema che si può risolvere
SINTESI 2016 - Ass. Gabbie Vuote Onlus Firenze
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Chi sono

I colombi discendono dal piccione selvatico (Columba Livia), oggi molto raro in Italia e sono stati introdotti nelle città alla fine dell'ottocento, per abbellirle.
Mancando un riferimento di legge chiaro, il colombo di città (Columba Livia forma domestica) fino a poco tempo fa è stato considerato un animale domestico libero, quasi un "randagio".
Attualmente è definito animale selvatico non cacciabile, non rientrando infatti nell’elenco fornito dalla legge sulla caccia n. 157/1992.
I colombi hanno trovato nei centri abitati il corrispettivo del loro ambiente naturale e quindi si sono moltiplicati.
Il problema per gli uomini nasce da questa esplosione demografica che indica, nel superamento dei 300-400 individui per km2, il punto di rottura dell'equilibrio (Ballarini 1989).

I danni lamentati
Si accusano i colombi dei seguenti danni:

  • ai fabbricati e monumenti (anche se l'indagine di Salvalarte, promossa dal Ministero della Cultura, effettuate alcuni anni da Legambiente su 60 monumenti italiani, ha dimostrato come il maggiore responsabile del cancro della pietra, risulti il traffico automobilistico sia per le vibrazioni che per l'inquinamento atmosferico che produce);

  • sporcizia e degrado urbano (facilmente eliminabili con una pulizia effettuata giornalmente dai servizi pubblici);

  • alle coltivazioni agricole (esistono i dissuasori e pratiche di allontanamento)

  • rischi sanitari (sempre enfatizzati ma: "Nelle nostre zone non si è fino ad ora riusciti a trovare una relazione diretta tra la presenza di un agente patogeno in uccelli urbani e focolai di malattia umana" A. Mantovani Ist. Sup. di Sanità)


Esperienze cruente di contenimento

Per contenere la popolazione in una misura accettabile, nel recente passato alcune città (come Barcellona che tra il 1996 e il 1990 ha sterminato 108.193 individui e Basilea che tra il 1961 e il 1985 ha sterminato circa 100.000 individui) hanno usato metodi cruenti senza alcun successo. La popolazione di colombi non subì variazioni e, a prescindere dalla questione etica, la strategia risultò fallimentare.
I posti lasciati vuoti vengono prontamente occupati per minore mortalità naturale, maggiore natalità e immigrazione.
Anche a Firenze (iniezioni di tanax al cuore) e in altre città italiane (caccia, gas, fucili laser.....) dove sono stati usati metodi cruenti il risultato non è stato apprezzabile e, per giunta, si è dovuto affrontare la contestazione attiva dei cittadini divenuti ormai sempre più sensibili alla natura e agli animali. Senza considerare che dal 2004 la legge 189 punisce severamente i reati contro gli animali.

UNA LEGGE SCONOSCIUTA
La legge che regola le popolazioni di animali è il segreto che rende valido ogni intervento umano di ripristino dell'equilibrio, fornendo una soluzione seria, incruenta, etica ed ecologica.
Tanto semplice quanto scientifica: è la legge della capacità portante. Una popolazione cresce in funzione delle risorse alimentari e dei siti di nidificazione presenti in un dato territorio.

METODI INCRUENTI
In città
E' proprio la legge della capacità portante che offre gli strumenti per intervenire.
Il controllo demografico dovrà porsi come obiettivo prioritario la riduzione delle risorse: cibo e rifugi (Johnston e Janiga 1995).
Destinatari del programma e interlocutori privilegiati sono quindi i cittadini sia per la riduzione dell'enorme quantità di cibo che mettono a disposizione dei colombi, sia per la chiusura di fessure, buchi, sottotetti, cornicioni, lucernari, ecc. usati per la nidificazione.
Nelle città in cui questo programma è stato effettuato, si è verificata un'alta percentuale di decremento demografico (30-50%).
Poichè la distribuzione di cibo agli uccelli rappresenta spesso un bisogno affettivo delle persone, può essere installata in un luogo stabilito, una colombaia (Prato).
Altro sistema di controllo utilizzato nei centri urbani è la distribuzione di mais trattato con nicarbazina, una sostanza che inibisce la fecondazione.
Per la protezione dei monumenti possono essere usati i dissuasori di vario tipo esistenti in commercio evitando quelli, come le punte metalliche, che producono ferite e morte degli uccelli.
Naturalmente ogni intervento comporta un preventivo censimento, monitoraggio ecc, nonchè adeguate campagne di informazione che coinvolgano i cittadini.

In campagna
Le interferenze con le attività agricole, soprattutto alle colture di girasole, mais e soia possono essere contrastate con vari sistemi: cannoncini a scoppio ripetuto, pallone "predator", razzo acustico, falcone acustico ecc.
Non troppo tempo fa il Parco Regionale Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli ha sperimentato le tecniche innovative e incruente con risultati giudicati buoni (Gorreri 1997).
Un espediente ulteriore per sviare gli uccelli che, tra l'altro, rientra negli interventi di miglioramento ambientale nell'ambito della programmazione faunistica del territorio agro-silvo-pastorale previsti dalla legge 157/92 e finanziati dalle Amministrazioni regionali o provinciali, può essere quello di destinare alcuni piccoli appezzamenti a colture a perdere.
Un altro sistema di controllo della popolazione di colombi è dato dal coinvolgimento di predatori naturali, offrendo a questi possibilità di nidificazione e sosta e, eventualmente, immettendo alcuni individui per aumentarne la densità presente.
Per questa operazione deve essere coinvolto l'INFS (Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica).
I predatori naturali del colombo sono il falco pellegrino, l'allocco e la taccola.

CONCLUSIONE
Tutti i metodi usati, affinchè abbiano successo, devono mirare a ridurre la capacità portante dell'ambiente.

BIBLIOGRAFIA
Testi consultati:

  • Colombi e storni in città: manuale pratico di gestione di Marco Dinetti e Umberto Gallo-Orsi

  • Come convivere con i piccioni di città - Quadrimestrale del Centro Italiano Ecologia Umana Urbana gennaio 1997 - Maria Pacini Fazzi Editore -

  • Animali di città di Roberto Marchesini

  • Controllo delle popolazioni ornitiche sinantropiche: "problemi e prospettive" dai Rapporti di sanità pubblica veterinaria del convegno organizzato dall'Istituto Superiore di Sanità, dal Centro di Collaborazione OMS/FAO e dall'Università di Pisa




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