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Articoli per la rivista Italia Uomo Ambiente di Pronatura Firenze

Da agosto 2018 Gabbie Vuote collabora con la Rivista Italia Uomo Ambiente di Pronatura Firenze

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Colombi di città

Columbia livia forma domestica


Chi sono
I colombi discendono dal piccione selvatico (Columba Livia), oggi molto raro in Italia e sono stati introdotti nelle città alla fine dell'ottocento, per abbellirle.
Mancando un riferimento di legge chiaro,  il colombo di città (Columba Livia  forma domestica) fino a poco tempo fa è stato   considerato un animale domestico libero, quasi un "randagio". Attualmente è definito animale selvatico non cacciabile, non rientrando infatti nell’elenco fornito dalla legge sulla caccia n. 157/1992.
I colombi hanno trovato  nei centri abitati il corrispettivo del loro ambiente naturale e quindi si sono moltiplicati.
Il problema per gli uomini nasce da questa esplosione demografica che indica, nel superamento dei 300-400 individui per km2, il punto di rottura dell'equilibrio (Ballarini 1989).
Il colombo, detto comunemente piccione, è un uccello che tutti noi conosciamo e che porta in grembo, purtroppo, il risultato di tutti i nostri pregiudizi.
Veniva ucciso per ordine dei comuni quando era classificato come forma domestica. Poi, classificato come specie selvatica, sono le regioni a predisporre deroghe per il suo abbattimento.
I colombi sono anche chiamati "ratti volanti", flagelli. Per questo sono stati e vengono uccisi non solo con i fucili da caccia ma anche con metodi brutali come il gas, il veleno, iniezioni di tanax al cuore, con i fucili laser, vengono annegati, decapitati con le forbici, l'accetta,  il martello per essere cucinati....La superficialità e l'ignoranza  ci portano agli alti livelli di crudeltà che anche il colombo subisce.

Ma i colombi sono uccelli pacifici, intelligenti, teneri, curano i propri piccoli, si affezionano alle persone fino a diventare talmente domestici da stabilire rapporti con gli umani, battere con il becco al vetro delle finestre per farsi aprire, vivere nelle case insieme ad altri animali d'affezione. Abbiamo dato loro l'incarico di rappresentare lo Spirito Santo, la pace (il Papa li lancia da S. Pietro), l'amore (i piccioncini).

I colombi sono rigorosamente monogami, e fedeli per tutta la vita. Il maschio impiega parecchio tempo per scegliere la compagna. E la corteggia a lungo. Finalmente i due si “fidanzano”. Di accoppiamento infatti non si parla finché la coppia non si reputa stabile: deve passare almeno una settimana. A quel punto è la femmina a prendere l’iniziativa: becchetta il maschio vicino al becco. Lui le offre del cibo e glielo infila direttamente in bocca, come si fa con i pulcini. Significa che è capace di prendersi cura anche dei figli. Dopo una ventina di giorni nascono i piccoli. Mamma e papà si alternano alla cova e producono, entrambi, il latte di piccione, una secrezione biancastra che serve per nutrire i pulcini.

Il loro utilizzo come "piccioni viaggiatori" risale agli egizi e ai persiani, tremila anni fa, e rimase un efficiente mezzo di comunicazione fino all'avvento del telegrafo, del telefono e, infine, della radio. La loro importanza in ambito militare si estese invece anche al XX secolo: durante entrambe le guerre mondiali furono utilizzati migliaia di piccioni per spedire messaggi strategici, scritti su carta leggera o in microfilm e inseriti in un tubicino legato a una zampa. Fu infatti una colomba chiamata “Paddy” che il 6 giugno 1944, riuscendo a beffarsi dei falchi tedeschi e attraversando oltre 230 miglia, portò per prima notizie agli alleati riguardo allo sbarco in Normandia. L'impresa, compiuta in meno di cinque ore, fu talmente eclatante che alla sua morte nel 1954 fu ricordato e premiato in una cerimonia speciale e più tardi, nel 2005, gli fu dedicato un film d'animazione ma ha ricevuto nel corso del tempo anche altre medaglie.

I colombi sono capaci di aiutarci perfino in campo medico. Per un essere umano servono anni di studio, di specializzazione, e una lunga pratica. A un piccione invece bastano 15 giorni di addestramento per trasformarsi in un ottimo radiologo. A dimostrarlo è una ricerca della University of Iowa e della University of California di Davis, che ha studiato le potenzialità di apprendimento e il sistema visivo dei piccioni, valutandone la capacità di riconoscere masse sospette all'interno di immagini digitalizzate di mammografie. I risultati, pubblicati sulla rivista Plos One, dimostrano che con il giusto addestramento questi volatili possono imparare a riconoscere la presenza di un tumore al seno in alcuni tipi di immagini, con un'accuratezza simile a quella di uno specialista umano.
Dichiara Richard Levenson, ricercatore della Uc Davis e coautore della ricerca: "Gli uccelli si sono rivelati incredibilmente capaci nel riconoscere la presenza di tumori al seno maligni nelle immagini, un compito complesso persino per un esperto osservatore umano, che impiega di solito anni per ottenere le capacità necessarie. Il primo giorno la loro accuratezza nel riconoscere le immagini a bassa risoluzione era del 50%, ed è salita fino all'85% nel giro di 13-15 giorni". Hanno un cervello grande come la punta di un mignolo, eppure questi uccelli sono in grado di riconoscere una massa tumorale osservando una mammografia, con una precisione paragonabile a quella di un esperto.

I danni lamentati
Si accusano i colombi dei seguenti danni:
  • ai fabbricati e monumenti (anche se l'indagine Salvalarte, promossa dal Ministero della Cultura, effettuate alcuni anni fa da Legambiente su 60 monumenti italiani, ha dimostrato come il maggiore responsabile del cancro della pietra,  risulti  il traffico automobilistico sia per le vibrazioni che per l'inquinamento atmosferico che produce);
  • sporcizia e degrado urbano (facilmente eliminabili con una pulizia  effettuata giornalmente dai servizi pubblici);
  • alle coltivazioni agricole (esistono i dissuasori e pratiche di allontanamento)
  • rischi sanitari, sempre enfatizzati, ma: "Nelle nostre zone non si è fino ad ora riusciti a trovare una relazione diretta tra la presenza di un agente patogeno in uccelli urbani e focolai di malattia umana" A. Mantovani Ist. Sup. di Sanità. Il prof. Tolari del Dipartimento di Patologia animale Università di Pisa, che ha preso in esame tutti i casi di contagio da piccione ad essere umano fino ad oggi riscontrati a livello mondiale, dimostra, dati scientifici alla mano, che "il rischio di contrarre una qualsiasi malattia dai piccioni è inferiore ai rischi che si corrono salendo a bordo di un qualunque autobus in ora di punta".

Esperienze cruente di contenimento
Per contenere la popolazione in una misura accettabile, nel recente passato alcune città (come Barcellona  che tra il 1986 e il 1990 ha sterminato 108.193 individui e Basilea che tra il 1961 e il 1985 ha sterminato circa 100.000 individui) hanno usato metodi cruenti senza alcun successo. La popolazione di colombi non subì variazioni e, a prescindere dalla questione etica, la strategia risultò fallimentare.
I posti lasciati vuoti vengono prontamente occupati per minore mortalità naturale, maggiore natalità e immigrazione.
Anche a Firenze (iniezioni di tanax al cuore) e in altre città italiane (caccia, gas, fucili laser.....) dove sono stati usati metodi cruenti il risultato non è stato apprezzabile e, per giunta, si è dovuto affrontare la contestazione  attiva dei cittadini divenuti ormai sempre più sensibili alla natura e agli animali. Senza considerare che dal 2004 la legge 189 punisce severamente i reati contro gli animali.

UNA LEGGE SCONOSCIUTA
La legge che regola le popolazioni di animali è il segreto che rende valido ogni intervento umano di ripristino dell'equilibrio,  fornendo una soluzione seria, incruenta, etica ed ecologica.
Tanto semplice quanto scientifica: è la legge della capacità portante. Una  popolazione cresce in funzione delle risorse alimentari e dei siti di nidificazione presenti in un dato territorio.

Metodi incruenti

In città
E' proprio la legge della capacità portante che offre gli strumenti per intervenire.
Il controllo demografico dovrà porsi  come obiettivo prioritario la riduzione delle risorse: cibo e rifugi“ (Johnston e Janiga 1995).
Destinatari del programma e interlocutori privilegiati sono  quindi i cittadini sia per la riduzione dell'enorme quantità di cibo che mettono a disposizione dei colombi, sia per la chiusura di fessure, buchi, sottotetti, cornicioni, lucernari, ecc. usati per la nidificazione.
Nelle città in cui questo programma è stato effettuato, si è verificata un'alta percentuale di decremento demografico (30-50%).
Poichè la distribuzione di cibo agli uccelli rappresenta spesso un bisogno affettivo delle persone,  può essere installata in un luogo  stabilito, una colombaia (Prato).
Altro sistema di controllo utilizzato nei centri urbani  è la distribuzione di mais trattato con nicarbazina, una sostanza che inibisce la fecondazione.
Per la protezione dei monumenti possono essere usati i dissuasori di vario tipo esistenti in commercio evitando quelli, come le punte metalliche, che producono ferite e morte degli uccelli comprese le rondini come è stato documentato a Firenze.
Naturalmente ogni intervento comporta un preventivo censimento, monitoraggio ecc, nonchè adeguate campagne di informazione che coinvolgano i cittadini.

In campagna
Le interferenze con le attività agricole, soprattutto alle colture di girasole, mais e soia possono essere contrastate con vari sistemi: cannoncini a scoppio ripetuto, pallone "predator", razzo acustico, falcone acustico ecc.
Non troppo tempo fa il Parco Regionale Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli ha sperimentato le tecniche innovative e incruente con risultati giudicati buoni (Gorreri 1997).
Un espediente ulteriore per sviare gli uccelli che, tra l'altro, rientra negli interventi di miglioramento ambientale nell'ambito della programmazione faunistica del territorio agro-silvo-pastorale previsti dalla legge 157/92 e finanziati dalle Amministrazioni regionali o provinciali, può essere quello di destinare alcuni piccoli appezzamenti a colture a perdere.
Un altro sistema di controllo della popolazione di colombi è dato dal coinvolgimento di predatori naturali, offrendo a questi possibilità di nidificazione e sosta e, eventualmente, immettendo alcuni individui per aumentarne la densità  presente.
Per questa operazione deve essere coinvolto l'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).
I predatori naturali del colombo sono il falco pellegrino, l'allocco e la taccola.
 
CONCLUSIONE
Tutti i metodi usati, affinchè abbiano successo, devono mirare a ridurre la capacità portante dell'ambiente.


Mariangela Corrieri
Presidente Gabbie Vuote ODV Firenze






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