Articoli per la rivista Italia Uomo Ambiente di Pronatura Firenze
Da agosto 2018 Gabbie Vuote collabora con la Rivista Italia Uomo Ambiente di Pronatura Firenze
Dichiarazioni scientifiche sulla coscienza animale
Noi umani, per millenni, abbiamo trattato gli animali come cose inanimate e non come esseri viventi e senzienti. Addirittura con coscienza, come solo nell'ultimo decennio è stato appurato da un gran numero di eminenti scienziati.
Con la Dichiarazione di Cambridge sulla coscienza animale, un evento di grande portata storico-culturale, si è affermato che molti animali sono coscienti e consapevoli allo stesso livello degli esseri umani. La Dichiarazione è stata siglata da un gruppo di scienziati, alla presenza di Stephen Hawking, eminente fisico.
Precisamente, il 7 luglio 2012, un significativo gruppo internazionale di neuroscienziati cognitivi, neurofarmacologi, neurofisiologi, neuroanatomisti e neuroscienziati computazionali si sono riuniti all'Università di Cambridge per riesaminare il sotto strato neurobiologico dell’esperienza cosciente ed i relativi comportamenti negli animali umani e non-umani. Mentre le ricerche comparative su quest’argomento sono naturalmente ostacolate dall'incapacità degli animali non-umani, e spesso umani, di comunicare prontamente e chiaramente riguardo ai propri stati interni, le osservazioni ottenute a seguito di ricerche sviluppate con nuove ricche tecniche e strategie permette di rendere disponibili molti più dati.
"Prove convergenti indicano che animali non-umani possiedono i substrati neuroanatomici, neurochimici e neurofisiologici degli stati consci assieme alla capacità di esibire comportamenti intenzionali. Conseguentemente, il peso delle prove indica che gli umani non sono unici nel possedere i substrati che generano la coscienza. Gli animali non-umani, inclusi tutti i mammiferi e gli uccelli, e molte altre creature, compresi i polpi, anch’essi possiedono tali substrati neurologici".
Poi, il 19 aprile 2024, un gruppo composto da oltre cento ricercatori di fama internazionale ha presentato la Dichiarazione di New York sempre sulla coscienza animale. Un documento rivoluzionario volto a sensibilizzare l'opinione pubblica – e altri studiosi – sul tema dell'esperienza cosciente e soggettiva degli altri organismi viventi che popolano la Terra, estendendo il riconoscimento della coscienza a un’ampia gamma di animali, compresi vertebrati come rettili, anfibi e pesci, e invertebrati come molluschi cefalopodi, crostacei decapodi e insetti. La ricerca degli ultimi anni evidenzia che sempre più animali, compresi invertebrati come crostacei, molluschi e insetti, presentano segni di esperienze soggettive, di una possibile coscienza. Scienziati firmano storica “Dichiarazione di New York” per cambiare il modo in cui osserviamo e trattiamo gli altri esseri viventi.
Se infatti in passato gli altri animali venivano considerati come una sorta di “automi” del tutto privi di coscienza, persino incapaci di soffrire, oggi ci sono sempre più prove che possono sperimentare gioia, dolore, curiosità, lutto e altre emozioni / esperienze che generalmente associamo all'essere umano. L'aspetto più interessante di questo cambio di paradigma risiede nel fatto che la coscienza non è più solo una questione che riguarda gli animali appartenenti alle “classi superiori”, come mammiferi e uccelli, ma emergono sempre più segnali negli altri vertebrati e anche negli invertebrati. "L’evidenza empirica indica almeno una possibilità realistica di esperienza cosciente in tutti i vertebrati (compresi rettili, anfibi e pesci) e in molti invertebrati (compresi, come minimo, molluschi cefalopodi , crostacei decapodi e insetti)", scrivono i firmatari del documento.
Allora, come dimenticare quanto gli scienziati, i ricercatori, i filosofi…..hanno, prima percepito e poi, dopo lunghi e attenti studi, riconosciuto?
Quell'umanità che ci autodefinisce non dovrebbe tenerne conto?
Per affrontare nel più razionale dei modi l'enigma "coscienza animale", è essenziale definire cosa intendiamo per “coscienza”. Tradizionalmente si riferisce alla capacità di un individuo di essere consapevole di sé stesso e del proprio ambiente. Questa auto-consapevolezza è spesso accompagnata dalla sensibilità, ovvero la capacità di provare sensazioni come dolore, piacere e altre emozioni. Le Dichiarazioni aprono un dibattito su quanto ampiamente queste capacità possano essere riscontrate nel regno animale.
Il termine coscienza deriva dal latino conscientia, a sua volta derivato di conscire, composto da cum e scire, cioè «sapere insieme» indicando un sapere a cui si aggiunge la consapevolezza che la persona ha di sé e dei propri contenuti mentali. Capacità del vivente di riflettere su se stesso e di attribuire un significato ai propri atti. In questo senso il termine "coscienza" viene genericamente assunto come sinonimo di "consapevolezza" .
Siamo rimasti per secoli al dettato di Cartesio che, nonostante fosse un grande matematico e filosofo del Seicento (lui stesso vegetariano ma per motivi salutistici), dichiarava che gli animali fossero macchine, automi. Li martoriava, li amputava e a chi gli faceva osservare che gli animali si lamentavano, urlavano e si dibattevano, rispondeva che quei lamenti e quelle urla erano come il rumore dei battiti di un orologio.
Eppure, secoli e secoli prima, grandi uomini, eminenti scienziati e filosofi hanno dato agli animali il loro valore, quello che, attualmente, le Dichiarazioni di Cambridge e di New York stanno loro attribuendo.
Partiamo da lontano, molto lontano! In sintesi.
Le prime testimonianze di rispetto per la vita degli animali evidenziato soprattutto dall'alimentazione vegetariana, sono antichissime.
I popoli Arii (che intorno al XX secolo a.C. invasero l’India settentrionale) hanno lasciato antichissimi scritti dai quali emerge il loro stile di vita totalmente privo dello sfruttamento animale.
"La maniera d’intendere l’animale in Asia, in particolar modo in India, differisce grandemente da quella propria della tradizione occidentale. In India, infatti, la communis opinio, ispirata dalle locali tradizioni filosofiche, ha storicamente favorito il principio per cui tutti gli esseri viventi sono ritenuti meritevoli di rispetto; sicché, è biasimato l’uso della violenza tanto contro l’animale quanto contro l’uomo. In Occidente, invece, con talune rare eccezioni, gli animali sono stati generalmente considerati in posizione subalterna rispetto agli uomini, al punto che non è mai stata loro conferita soggettività giuridica, limitandosi sempre a considerarli come oggetti d’un diritto altrui". Marco Seghesio. Dottore di ricerca in “Diritto comparato e processi d’integrazione” presso l’ Università della Campania, Luigi Vanvitelli.
Nel mondo occidentale, i primi a prendere posizione sul vegetarismo e la non violenza sugli animali, furono i greci.
Pitagora (570/495 a.c.), filosofo, matematico, astronomo, scienziato…è considerato da molti il vero iniziatore del vegetarismo poiché nei versi delle Metamorfosi di Ovidio, viene descritto come convinto oppositore dell’abitudine di cibarsi di animali, considerata un’inutile causa di stragi, dato che già la terra offre piante e frutti sufficienti a nutrirsi senza spargimenti di sangue. Le sue parole: Fintanto che l'uomo continuerà a distruggere gli esseri viventi inferiori, non conoscerà mai nè la salute nè la pace. Fintanto che massacreranno gli animali, gli uomini si uccideranno tra di loro. Perchè chi semina delitto e dolore non può mietere gioia e amore.
Platone (428/348 a.c.) filosofo, nelle Leggi, parla di una felice età arcaica in cui gli uomini avevano rispetto per la vita di tutti gli esseri viventi, non uccidevano gli animali né per nutrirsene, né per offrire sacrifici agli dèi. Nella Repubblica Platone raccomanda ai membri della città ideale una dieta vegetariana affinché vivano nella moderazione. Le sue parole: Noi uomini non osavamo neppure assaggiare la carne bovina, non immolavamo animali vivi, ma libagioni, frutti guarniti di miele e altre offerte di analoga purezza. La carne, invece, la rifiutavamo, perché ritenevamo un'empietà sia il consumarla, sia il macchiare di sangue gli altari degli dei.
Ovidio (43 a.c./18 d.c.) è stato un poeta romano, uno degli elegiaci più famosi e importanti della storia. Le sue parole: La crudeltà nei confronti degli animali induce alla crudeltà anche verso gli uomini.
Plutarco (46/125 d.c.) filosofo e storico Le sue parole: Se sei convinto di essere naturalmente predisposto a mangiar carne, prova anzitutto ad uccidere tu stesso l'animale che vuoi mangiare. Ma ammazzalo tu in persona con le tue mani, senza ricorrere ad un coltello o a un bastone o a una scure. Fa come i lupi, gli orsi e i leoni, che ammazzano da se quanto mangiano.
Socrate, Aristotele, Epicuro, Empedocle …..ed altri filosofi greci, oltre a ritenere ingiusta l’uccisione di animali, associavano il consumo delle loro carni a un atto che poteva minare anche la purezza dell’anima.
Nel corso del tempo tanti sono stati i geni, i filosofi, gli scienziati, i medici, scrittori, attori, sportivi…. che hanno praticato il vegetarismo e il rissspetto per gli animali.
L'elenco sarebbe lunghissimo.
Eccone alcuni.
Leonardo da Vinci, massimo genio dell’umanità, artista e scienziato, vegetariano e con una personale inclinazione a ritenere sacra ogni vita. Le sue parole: E' vero che l'uomo è il re degli animali, perchè la sua brutalità supera la loro. Viviamo grazie alla morte di altri. Già in giovane età ho rinnegato l'abitudine di cibarmi di carne - Verrà il tempo in cui l'uomo non dovrà più uccidere per mangiare, ed anche l'uccisione di un solo animale sarà considerato un grave delitto.
Arthur Schopenhauer filosofo vegetariano. Le sue parole: “chi non ha mai posseduto un cane, non sa cosa significhi essere amato”.
Charles Darwin, naturalista e geologo. Vegetariano. Le sue parole: L'empatia per il più piccolo degli animali è una delle più nobili virtù che un uomo può ricevere in dono.
Vincent Van Gogh, artista. Le sue parole: Da quando visitai i mattatoi nel sud della Francia smisi di mangiare carne.
Tiziano Terzani, giornalista, scrittore. Le sue parole: Avete mai sentito le grida che vengono da un macello? Bisognerebbe che ognuno le sentisse, quelle grida, prima di attaccare una bistecchina. In ogni cellula di quella carne c'è il terrore di quella violenza, il veleno di quella improvvisa ultima paura dell'animale che muore.
Albert Schweitzer, medico dei lebbrosi, musicista, filosofo. Vegetariano. Le sue parole: Ogni forma di vita, in quanto è vita, è sacra e questo deve bastare.
Alphonse Lamartine, poeta, scrittore, storico. Le sue parole: Uccidere gli animali per nutrirsi del loro sangue e delle loro carni è una delle più deplorevoli e vergognose infermità della condizione umana.
Nikola Tesla, inventore, fisico, scienziato, una delle icone viventi che più caratterizzò il ventesimo secolo, era divenuto vegetariano, riducendosi a mangiare solo latte, pane, succhi di verdura e miele. Gli ultimi giorni di vita, Tesla li trascorse in compagnia di piccioni, animali che in qualche modo sembravano volergli bene e che per lui erano gli amici..
Mahatma Gandhi, le sue parole: Sento che il nostro progresso spirituale ci porterà a smettere, prima o poi, di uccidere altre creature per soddisfare i nostri bisogni materiali.
Albert Einstein, vegetariano, considerato il più importante fisico del XX secolo, era noto per il suo amore nei confronti degli animali. Non a caso, amava circondarsi di queste creature, possedeva gatti e persino un pappagallo. Le sue parole: Nulla darà la possibilità di sopravvivenza sulla terra quanto l’evoluzione verso una dieta vegetariana”
Umberto Veronesi, vegetariano, medico, oncologo. Le sue parole: Il nostro organismo, come quello delle scimmie, è programmato proprio per il consumo di frutta, verdura e legumi. Una dieta priva di carne non ci indebolirebbe certamente: pensiamo alla potenza fisica del gorilla. E pensiamo al neonato, che nei primi mesi quadruplica il suo peso nutrendosi solo di latte.
Margherita Hack, astrofisica, vegetariana dalla nascita, un’atleta con ottimi risultati che ha vissuto quasi cent’anni in piena salute. Le sue parole: Essere vegetariani permette di vivere meglio e risparmiare sofferenze. Gli allevamenti intensivi rappresentano oggi la principale fonte di inquinamento. Ridurre il consumo di prodotti animali farebbe bene all'ambiente e agli animali, molti dei quali sono oramai ridotti a vere e proprie macchine da carne.
Gino Ditadi, nel suo libro I filosofi e gli animali, fa un resoconto dettagliato parlando di molti umani geniali, amanti e rispettosi degli animali, con una importante raccolta di testi utile al dibattito sul rapporto uomo-animale e sul senso della civiltà.
Quindi: filosofia e scienza, coscienza degli animali e nostra coscienza.
Riflessione.
Firenze, settembre 2024
Mariangela Corrieri
Presidente Gabbie Vuote ODV Firenze