Voglio chiamarlo Piccio il mio piccioncino
straordinario che mi aspetta, mi vede in fondo alla strada e mi viene
incontro quando arrivo.
Lui sa che gli porto i semi, mi riconosce da lontano e arriva
svolazzandomi sulla testa.
Da qualunque strada arrivi per raggiungere il
giardino, chiuso ormai da mesi per il look doown in cui tutti siamo
precipitati per il coronavirus, lui mi osserva e me lo fa sapere.
La sua gioia si dispiega nel volo elegante e leggero,
si posa sul cancello e poi sul ramo dell'albero del giardino. Mi guarda,
aspetta che vada al posto giusto per la distribuzione. La mia emozione
si scioglie ed irrompe nell'aria mentre ci osserviamo.
E' sempre lui, anch'io lo riconosco. E' marrone e la sua compagna uguale
a lui. Perchè si sa, i piccioni si accoppiano per affifnità.
Gli esperti hanno ora scoperto che la notevole
varietà cromatica di Columba livia, è controllata da tre soli geni tra
cui il Tyrp1 che controlla tre colori base delle penne, e cioè il
blu-nero che è il colore più comune nei piccioni che vivono in contesti
urbani, il rosso-cenere e il marrone corrispondenti a due diverse
mutazioni. La mutazione di Piccio me lo rende riconoscibile nel gruppo
di tutti gli altri blu neri.
Mi meraviglia, mi affascina e mi commuove questo
uccello che mi riconosce come individuo fra i tanti che per lui
potrebbero essere tutti uguali. Ma invece no, io sono diversa fra i
tanti. Riesce a comunicarmi la sua goia, a dirmi grazie: mi hai portato
quei semi, quelle briciole che ormai non trovo più disseminate fra i
tavoli e sui marciapiedi. Stai arrivando, finalmente mangio e con me
mangeranno i miei compagni ma anche la gazza, le cornacchie grigie e i
passerotti perchè mi vedono benchettare per terra, capiscono e si
passano il messaggio.
Non è da tanto tempo che porto i semi a Piccio e
alla sua brigata, è veramente bastato poco perhè lui capisse. E'
straordinario accorgersi che, soltanto osservando, si scoprono i segreti
della natura, quella che ci resta lontana solo perchè noi restiamo
lontani. Ma che, appena la scopriamo, interpretiamo il suo linguaggio,
ci viene incontro con tutta la sua magia.
Quindi, grazie a te Piccio che mi fai sentire una piccola persona, con
tanti limiti, quando tu brilli di gioia, di amore, di fiducia nella vita
e nel mondo.
Io non sono come te, la mia fiducia è persa, il mio
pensiero è cupo ma la tua gioia si trasmette a quello scrigno sigillato
ma pronto ad aprirsi, che è il mio cuore.
A domani Piccio. Ormai sei l'amico che non avrei mai
pensato di avere e che spero di tenermi per tanto tempo.
maggio 2020