35-A morte i cervi
Lettera inviata al Governo, ai Ministeri della Salute, dell'Ambiente
e dell'Agricoltura, alle Regioni Toscana, Sardegna e Abruzzo e a vari
mass media
Egregi
signori
Abbiamo letto che la Regione Abruzzo ha ordinato l'uccisione di 469
cervi tra cui cuccioli e mamme gravide.
Ma non solo in Abruzzo, anche in Sardegna per un incidente stradale si
propone la drastica soluzione. Ma quanti sono gli incidenti provocati
dagli umani?
Anche in Toscana, l'inchino ai cacciatori è di ruolo: si allungata la
stagione venatoria di un mese.
Non c'è destra né sinistra, quando si tratta di ammazzare gli animali
il fervore unisce quella parte dell'umanità che coltiva la violenza,
che annienta la compassione e il rispetto, che ancora si concede
ai secoli bui, quando anche le torture più atroci e le carneficine
barbare erano comunemente praticate.
Il passato arretrato vince sull'evoluzione della coscienza e quindi si
ripetono verso gli animali (ma anche sugli umani) quelle pratiche
aberranti che tolgono ogni dignità all'essere umano, violentando la
sua misericordia, la sua intelligenza, impedendo l'avanzamento morale
e culturale.
Eppure, questi nobili signori che odiano gli animali, che considerano
la caccia un gioco, non arrivano a 500.000 a fronte dei 9 milioni di
cittadini vegetariani/vegani (e tantissimi altri) che amano gli
animali.
Perché in questo Paese la maggioranza non conta niente? Perché
una minuscola porzione di violenti, ha il sopravvento sui milioni di
pacifici?
Ci piacerebbe che qualcuno dei lettori rispondesse chiaramente alla
domanda, ma ancora più ci piacerebbe che la maggioranza avesse un
ruolo, fosse ascoltata, fosse rispettata come in una nazione civile e
democratica dovrebbe esserlo.
Soprattutto vorremmo che i cervi predestinati venissero risparmiati,
che tutti gli animali venissero rispettati per quello che in realtà
sono: esseri viventi (art. 9 della Costituzione).
Grazie.
Firenze,
25 settembre 2024