31-Cacciatori e ambientalisti fratelli siamesi?

Lettera inviata a wilderness.it, iocaccio.it e a ildolomiti.it



Gentili signori

abbiamo letto l'intervista a Giuliano Milana di Wilderness del 7 agosto scorso sull'inesistenza della contraddizione tra ambientalisti e cacciatori. Nel senso che ambedue possono esistere in una stessa persona.

Noi vogliamo replicare alle varie affermazioni riportate nell'articolo apparso su Il Dolomiti rimarcando che non esistono lauree in etica e coscienza ma solo il pensiero logico e razionale.

Come può essere ambientalista (ovvero uno che si cura dell'ambiente) il cacciatore (uno che inquina e distrugge l'ambiente)? Uno che uccide, per il piacere di uccidere, esseri viventi innocenti, cittadini di questo pianeta meraviglioso che si chiama Terra nel quale siamo tutti collegati secondo la Teoria del Caos? Forse non riusciamo a renderci conto che siamo precipitati nel periodo definito Antropocene per l'intervento negativo dell'uomo sul pianeta? Che l'orologio dell'apocalisse, Doomsday Clock, attualmente segna 89 secondi alla mezzanotte? Che l'Earth Overshoot Day ci dice che il 24 luglio del 2025 l'umanità ha esaurito le risorse annuali? Sono scienziati e non ideologi coloro che  ci segnalano questi dati.

Un cacciatore non può quindi essere ambientalista, è una contraddizione in termini. L'ambiente è un insieme di fattori fisici, chimici, biologici, raggruppa organismi che interagiscono tra loro e con gli organismi viventi. Quindi uno che uccide gli organismi viventi distrugge l'ambiente che li costituisce. Per cui un cacciatore non può essere ambientalista, a meno che non si intenda recuperare una visione dal lontano passato in cui ancora la scienza, la filosofia, l'etica non erano arrivate dove sono arrivate oggi, con la Dichiarazione di Cambridge e la Dichiarazione di New York

Il 7 luglio 2012 alla Cambridge University,  è stato sottoscritto, da un accreditato gruppo di scienziati appartenenti a diverse aree delle neuroscienze, un documento definito la Dichiarazione di Cambridge sulla coscienza nato dalla volontà di rivalutare le nozioni neurobiologiche alla base dell’esperienza di tipo cosciente e dei comportamenti che ne conseguono, sia negli esseri umani che negli animali non umani https://angelovaira.it/blog/dichiarazione-di-cambridge-sulla-coscienza/

Il 19 aprile 2024, le scoperte scientifiche degli ultimi anni hanno spinto centinaia di scienziati e filosofi a firmare la Dichiarazione di New York sulla coscienza animale https://blog.3bee.com/dichiarazione-new-york-coscienza-animale/, presentata presso la New York University, evidenziando l’urgenza di sostenere le ricerche in questo ambito di studi e discutere il nostro rapporto con gli animali. Una presa di posizione su basi scientifiche che sfida la visione cartesiana degli animali come macchine prive di emozioni o visioni religiose come strumenti per nostro uso e consumo.

E' evidente che l'idea di considerare gli animali esseri viventi, senzienti e coscienti fatica a radicarsi in Occidente che ancora  si abbarbica al concetto di animali in posizione subalterna rispetto agli umani, come strumenti, automi, risorse rinnovabili appunto, oggetti di un diritto altrui (tant'è che fino al 1 luglio 2025 il maltrattamento e l'uccisione di un animale era considerato un delitto contro il sentimento per gli animali e non un delitto contro gli animali), concetto  derivato dalla filosofia greca/romana/cristiana e non come in Oriente  dove  le tradizioni filosofiche/religiose locali hanno ritenuto tutti gli esseri viventi  meritevoli di rispetto.         

In Occidente lo sfruttamento istituzionalizzato degli animali è stato ed è, per la maggior parte, considerato moralmente lecito ed accettabile (allevamenti intensivi, circhi,  sperimentazione animale, caccia…).

In Oriente gli animali sono di per sé soggetti di diritto e alla base concettuale c'è la non violenza verso ogni creatura che viva sulla terra, nell'aria o nell'acqua e di non prendere con la forza ciò che è posseduto da altri (Marco Seghesio: La tutela degli animali -  confronto fra occidente e oriente).

Premessa questa differenza di base tra il considerare la vita proprietà di chi la possiede oppure considerarla proprietà altrui, è chiaro che non siamo assolutamente d'accordo con la definizione cacciatore uguale ambientalista visto che il cacciatore  inquina con il piombo delle cartucce, deforesta, invade, trasforma, uccide la fauna selvatica senza considerare, fra l'altro,  l'art. 1 della legge 157/92 che recita: "La fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell'interesse della comunità nazionale ed internazionale". Nazionale????  Non certo dei 60 milioni di italiani ma dei 500.000 cacciatori e loro adepti. Non solo, ma anche patrimonio del mercato perchè gli animali cacciati si commercializzano e, per grandezza d'animo, parte di loro si destina ai non abbienti.

I cosiddetti capostipiti del pensiero ecologico, maestri, definiti i grandi pionieri americani  (cacciatori/ambientalisti) quando ancora l'evoluzione culturale verso cui siamo ancora diretti contro il sessismo, il razzismo, lo schiavismo, il colonialismo... ecc. era alle prime avvisaglie, non ci possono insegnare se non visioni retrograde, interessate, in quanto l'Occidente, come già detto, viaggiava su un binario unico che escludeva gli animali dal Diritto, mentre oggi gli animalisti/antispecisti (quelli che vogliono abbattere l'ultimo ismo), inseriscono nel loro codice morale tutti i viventi. Volendo guardare agli antesignani nel novero dei nostri pionieri noi potremmo inserire (da Gino Ditadi: I filosofi e gli animali): Pitagora… Ovidio… Plutarco… Leonardo… Voltaire… Einstein… Gandhi… Tolstoj… ecc. ecc.

Siamo d'accordo, coloro che comprano alimenti al supermercato non conoscono tutto il percorso della morte di un animale, quindi sono corresponsabili. Ma la morte di quell'animale non è obbligatoria, non si compie per dare agli utenti cibo più sano e sostenibile come quello cacciato, ma per piacere, per denaro. L'economia detta legge e la legge del denaro è l'altare della nostra società.

La caccia non è lo sfruttamento sostenibile di una risorsa rinnovabile, cioè la fauna, ma l’uccisione violenta di individui, lo squilibrio delle leggi naturali.
Occorrerebbe trasformare il nostro cibo in plant based (ormai diffuso in università, scuole, ospedali…) o aspettare per chi la volesse, la carne coltivata che non fa soffrire nè uccide alcun animale e che, in certi Paesi (USA, Israele, Singapore…), è già in commercio.
Da non dimenticare che secondo l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) la carne rossa e la carne processata fanno male alla salute https://www.saperesalute.it/carni-lavorate-allarme-oms/  

Con la Natura largamente distrutta, l'uomo che l'ha distrutta dovrebbe agire riconsegnandola alla sua legge biologica della capacità portante. Considerata la nostra intelligenza, la nostra tecnologia, la nostra creatività perchè non farlo? Andare verso la ricostruzione e non continuare verso la distruzione; questo fa un ambientalista che ha a cuore l'ambiente e l'ecosistema, non certo i cacciatori, per la gran parte bracconieri, che non pensano certamente alla Natura.

Per quanto riguarda il lupo che, come le zanzare o i ragni, inserite nel novero degli animali che sono tutti uguali, tessere ecologiche (solita visione antropocentrica), che viene ucciso con amore per difendere le altre tessere che sono pecore, capre... allevate, si sa che l'ignoranza alberga gratuitamente in chi lo giudica colpevole  di un attacco e non sa che la semplice vista non permette di riconoscere il lupo da un ibrido cane/lupo (che il randagismo canino produce nonostante la vecchia legge del 1991). Per farlo servirebbe l'uso integrato di strumenti genetici e fenotipici.

Per quanto riguarda la definizione di individuo e di specie, esiste una grande differenza fra questi due vocaboli. L'individuo è un termine concreto, rappresenta l'animale, essere vivente con sentimenti, emozioni, abitudini, affetti… è colui che soffre e muore, a cui viene strappata senza ritegno la vita.
La specie è un termine astratto, una classificazione che non soffre e non muore. Viene estinta sì, come sono state dichiarate estinte nel mondo dall'IUCN negli ultimi dieci anni almeno 160 specie animali a causa: indirettamente per la perdita e degli habitat e direttamente attraverso la caccia. La caccia inoltre non ha bisogno di essere classificata necessità alimentare perchè, per questo, sono strabordanti gli allevamenti intensivi che sacrificano ogni anno miliardi di animali.

Non esiste una caccia sostenibile come si afferma, così come non esiste una tortura sostenibile, una morte sostenibile ma una caccia in funzione degli interessi antropocentrici. Soprattutto, non è accettabile moralmente, divertirsi fomentando violenza, crudeltà e morte nei confronti di individui viventi, senzienti e con coscienza.

Noi siamo oltre l'essere ambientalisti; siamo antispecisti alla stregua degli antischiavisti, antisessisti, antirazzisti… perchè consideriamo la vita degna di essere vissuta da colui che la possiede, di viverla come è nella natura di ciascuno, perchè, come ripetiamo, siamo tutte creature di uno stesso universo, nessuno di noi è Dio, nessuno di noi ha il diritto di prevalere su un altro. Ognuno è diverso ma ognuno ha il suo ruolo sulla Terra. Non quello di appropriarsene per ferirla e distruggerla nelle sue creature più deboli usando sopraffazione, superbia e assoluta mancanza di empatia altissima qualità dell’essere umano.

Concludiamo con un pensiero di Gino Ditadi (filosofo, scrittore, teorico del biocentrismo):

È assolutamente necessario rifondare i valori, innalzare la civiltà, ingentilire il mondo; amare la bellezza, espressione della misura e della grazia ed il sapere ricolmo di forza liberatrice. Bisogna affermare il biocentrismo come categoria fondativa; sostituire il dominio con la responsabilità; riconoscere la diversità come valore; ascoltare l’oceano della vita.

Cordialmente

Firenze, 2 settembre 2025

Mariangela Corrieri
Presidente Gabbie Vuote ODV – Firenze
Membro del CAART Coordinamento Associazioni Animaliste Regione Toscana
Membro FIADAA Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente