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Documento, sostenuto da oltre 600 psicologi,

sulle valenze antipedagogiche dell’uso degli animali nei circhi, nelle sagre, negli zoo

Premesso
che la coesistenza  con gli animali, dotati di dignità propria quali esseri viventi, è un’esigenza profonda e autentica della specie umana;
che le relazioni che stabiliamo con loro, lungi dall’essere neutre, sono elementi in grado di incidere sull’emotività e sul pensiero;
che il rapporto con loro è elemento di indiscussa importanza nella crescita, nella formazione, nell’educazione dei bambini;
i sottoscritti psicologi
esprimono motivata preoccupazione rispetto alle conseguenze sul piano  pedagogico, formativo, psicologico della frequentazione dei  bambini di zoo,  circhi e  sagre in cui vengono impiegati animali.
Queste realtà, infatti, comportano che gli animali siano privati della libertà, mantenuti in contesti innaturali e in condizioni non rispettose dei loro bisogni, costretti a comportamenti contrari alle loro caratteristiche di specie.
Tali contesti, lungi dal permettere ed incentivare la  conoscenza per la realtà animale, sono veicolo di una educazione al non rispetto per gli esseri viventi, inducono al disconoscimento dei messaggi di sofferenza, ostacolano lo sviluppo dell’empatia, che  è fondamentale momento di formazione e di crescita, in quanto sollecitano una risposta incongrua, divertita e allegra, alla pena, al disagio, all’ingiustizia.
I sottoscritti psicologi
attenti a promuovere il benessere psicologico dell’individuo, del gruppo, della comunità,  auspicano e sostengono un radicale cambiamento di costume che vada in direzione della chiusura degli zoo e del divieto dell’impiego di animali nei circhi e nelle sagre.










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