Articoli per la rivista Italia Uomo Ambiente di Pronatura Firenze
Da agosto 2018 Gabbie Vuote collabora con la Rivista Italia Uomo Ambiente di Pronatura Firenze

Green New Deal e cambiamento climatico
“L’Homo Deus, al quale siamo arrivati, intriso del suo altezzoso narcisismo sta distruggendo la sua culla, la sua casa, il suo pianeta e quindi se stesso. Serve che la nostra coscienza, la nostra ragione e i nostri sentimenti, ci riportino alla Natura, a quella madre che ha avuto ed ha cura di noi fornendoci acqua, aria, terra. Come un patrimonio da rispettare e non come un patrimonio da gettare alle ortiche”.
Homo Deus di Yuval Noah Harari
Si legge sul sito della Commissione Europea: I cambiamenti climatici e il degrado ambientale sono una minaccia enorme per l'Europa e il mondo. Per superare queste sfide, l'Europa ha bisogno di una nuova strategia per la crescita che trasformi l'Unione in un'economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva in cui:
- nel 2050 non siano più generate emissioni nette di gas a effetto serra
- la crescita economica sia dissociata dall'uso delle risorse
- nessuna persona e nessun luogo sia trascurato.
Cambiamento climatico?
Finalmente se ne parla.
Dopo un silenzio di decenni, dalla Convenzione di Rio de Janeiro nel 1992 (COP 1), al Protocollo di Kioto del 1997 (COP3), fino all'Accordo di Parigi del 2015 (COP 21), alla Conferenza di Bonn del 2017 (COP 23), alla Conferenza Onu sul clima di Madrid del dicembre 2019 (COP25), il cambiamento climatico è un concetto ormai diffuso in tutto il mondo.
Assorbito, trasformato, chiacchierato, inattuato, riciclato secondo punti di vista o interessi, accettato ma anche negato (tra i principali negazionisti Trump presidente USA, il Paese che più di tutti emette gas serra e Bolsonaro presidente del Brasile che promuove la deforestazione massiccia della foresta amazzonica, polmone verde della Terra), il cambiamento climatico si sta facendo strada grazie all'ostinazione di una ragazzina svedese, Greta Thunberg, che con la sua azione, dapprima solitaria e poi estremamente coinvolgente di Fridays for future, l'ha portato all'attenzione del mondo. I potenti sembrano tutti con Greta, ma speriamo non solo a parole. Gli Stati sono infatti divisi sulle politiche da adottare entro il 2020.
Quindi se ne parla.
Il cambiamento climatico non si può negare; le immagini non sono parole, rappresentano la realtà. Finalmente sono sotto gli occhi di tutti. I documenti, gli studi, le ricerche sono stati liberati dall’apartheid degli scienziati di ogni specializzazione, hanno oltrepassato gli anonimi paraventi dell’informazione, per uscire “a riveder le stelle”. Greta Thunberg, con la sua determinazione ha rotto il silenzio, il buio, l’esilio e ha coinvolto il mondo.
Nel rapporto 2019 dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale appare che la temperatura media globale del 2019 (da gennaio a ottobre) è stata di circa 1.1 gradi centigradi al di sopra del periodo preindustriale e il 2019 è sulla buona strada per essere considerato il secondo o terzo anno più caldo mai registrato. QN 14.3.2020: “Si stanno sciogliendo a tempo di record i ghiacciai dell’Antartide e della Groenlandia e, secondo gli esperti, le previsioni attuali di un aumento del livello del mare andranno riviste al rialzo con il rischio di inondazioni per oltre 40 milioni di persone entro la fine del secolo”.
La comunità scientifica è ormai unanime nell’indicare le attività umane quali responsabili della crisi climatica con una concentrazione di gas serra nell’atmosfera che ha raggiunto livelli record e che non si registrava da almeno 650.000 anni, e forse prima.
L’OMM Organizzazione Meteorologica Mondiale afferma che, nelle principali stazioni di osservazione nel 2019 sono stati osservati livelli di anidride carbonica più alti rispetto all’anno precedente e che “il fallimento nella mitigazione dei cambiamenti climatici potrebbe portare a perdite maggiori di vite umane ed economiche nei prossimi decenni”.
Il segretario generale dell’OMM, Petteri Taalas, avverte che “ora è il momento di considerare come utilizzare i pacchetti di stimolo economico per sostenere un passaggio a lungo termine a pratiche commerciali e personali più rispettose dell’ambiente e del clima”.
Poiché il cambiamento climatico riguarda il pianeta intero e quindi colpisce tutti senza distinzione, occorre che tutti i Paesi del mondo, in particolare i maggiori responsabili, provvedano a eliminarlo.
L'economia del mondo industrializzato è stata sviluppata negli ultimi 150 anni sulla base di una grande disponibilità di energia fossile a basso costo fondandosi sull'assunto paradossale che le risorse a disposizione siano infinite.
Ma, poiché il cambiamento climatico non è prodotto solo da combustibili fossili (trasporti, riscaldamento, energia….) ma da molti atri fattori, occorre affrontarli tutti indistintamente, senza eccezioni.
Tra questi, imponente, trascurato totalmente o quasi c’è l‘allevamento di animali destinati all’alimentazione: intensivo ed estensivo.
Gli allevamenti, a loro volta, sono correlati a tanti gravi problemi di cui non parliamo o parliamo senza considerarne l’origine.
Nonostante la partecipazione di 196 Paesi, la venticinquesima conferenza sul clima di Madrid si è conclusa con un nulla di fatto. I partecipanti hanno segnalato il “bisogno urgente” di agire contro il riscaldamento climatico, ma senza arrivare a un accordo su alcuni punti essenziali. Greenpeace: "Hanno vinto le imprese inquinanti".
Già nel 1979 il Rapporto Charney www.lifegate.it/persone/news/rapporto-charney-40-anni firmato da un gruppo di climatologi, aveva lanciato l'allarme sui possibili effetti delle attività umane sul clima. Dal 1992 con la Convenzione di Rio fino al forum di Davos del 2019, la concentrazione di CO2 nell'atmosfera anzichè diminuire è salita del 26% e del 44% dall'inizio dell'epoca industriale. Secondo gli scienziati se le emissioni di gas serra rimangono ai livelli attuali il pianeta si riscalderà di 4 o 5 gradi in questo secolo innescando fenomeni meteorologici estremi e facendo aumentare anche il livello del mare.
Siamo da tempo "abituati" a fenomeni estremi come siccità, temperature insostenibili, ondate di calore, tornado, uragani, trombe d'aria, alluvioni, bombe d'acqua, eccessiva acidificazione degli oceani, scioglimenti di immense superfici ghiacciate, perdita di biodiversità animale e vegetale....Da quanti decenni ci diciamo che le stagioni non esistono più?
Ma dobbiamo sperare e credere che l’intelligenza dell’uomo abbia il sopravvento sul suo interesse.
Il coinvolgimento dell'opinione pubblica e la stessa percezione dell'aggravarsi della crisi che i recenti devastanti incendi nel mondo, le bombe d'acqua, le trombe d'aria, gli allagamenti........ hanno sottolineato, possono spingere i governi a prendere finalmente sul serio il tema. Solo in Italia, secondo la Banca dati europea sugli eventi estremi (Eswd) nel 2018 se ne sono registrati 1026 a fronte dei 600 del 2017, 531 del 2016 e i 363 del 2010. Le opinioni sono volubili ma i numeri non mentono. Il decennio 2010-2019 è stato il più caldo da quando si registrano le temperature.
“In nome del progresso, l’uomo sta trasformando il mondo in un luogo fetido e velenoso. Sta inquinando l’aria, l’acqua, il suolo, gli animali……e se stesso al punto che è legittimo domandarsi se, fra un centinaio d’anni, sarà ancora possibile vivere sulla terra".
Erich Fromm.
Mariangela Corrieri
Presidente Gabbie Vuote ODV Firenze