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Articoli per la rivista Italia Uomo Ambiente di Pronatura Firenze

Da agosto 2018 Gabbie Vuote collabora con la Rivista Italia Uomo Ambiente di Pronatura Firenze

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MUFLONI DELL’ARCIPELAGO TOSCANO



Sappiamo che sull’Isola del Giglio con il progetto Life LetsGoGiglio avviato  dal Parco dell'Arcipelago Toscano (dal 2019 al 31.12.2023)  e, prima ancora, sull’Isola d’Elba, ha avuto inizio l’eradicazione dei mufloni (vecchi, giovani, cuccioli, madri, maschi, femmine gravide....), in quanto la specie è considerata aliena, invasiva, esotica, alloctona......

Dopo lo sterminio, ad oggi nell’Isola del Giglio sono rimasti 25-40 esemplari. Mentre per i 500 mufloni dell’Isola d’Elba la condanna a morte è già stata pronunciata.

L’eradicazione viene deliberata con indiscussa convinzione, dal presidente del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, dall’Università di Firenze Dipartimento di Biologia e da NEMO Nature and Environment Management Operators un ente esperto in progetti e metodi.

Gli enti di cui sopra si appellano al Regolamento UE n. 1143/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio del 22.10.2014 www.pescaricreativa.org/docs/eu/... e al Decreto 19 gennaio 2015 Elenco delle specie alloctone escluse dalle previsioni dell’articolo 2, comma 2-bis, della legge n. 157/1992, del Ministero dell'Ambiente www.minambiente.it/sites/default/files/...

Tale elenco del Ministero, esclude il muflone sardo - sottospecie italiana di Ovis (orientalis) musimon Gmelin 1774 - dalle specie alloctone considerandolo parautoctono in quanto introdotto in Italia dall'oriente prima del 1500. Se il muflone sardo è parautoctono perchè non deve esserlo quello elbano e quello gigliese (e tutti gli altri toscani) che provengono dalla Sardegna per introduzione negli anni '70 a scopo venatorio?   Perchè deve pagare il muflone innocente per l'ignoranza, l'arroganza, la violenza e lo strapotere degli uomini? Se i mufloni dell’Arcipelago Toscano provengono dalla Sardegna, sono parautoctoni come i loro parenti sardi ed è assurdo che vengano invece considerati alloctoni o peggio invasivi.

Inoltre, anche se (art. 2 comma 2 del decreto 19 gennaio 2015):  Lo status di parautoctonia non esclude la possibilità di attuare interventi di controllo o eradicazione locale di tali specie e popolazioni, in particolare in ambienti insulari dove tali interventi possono determinare risultati positivi per la conservazione della diversità biologica originaria, tali eventuali interventi di controllo delle specie parautoctone andranno condotti ai sensi dell’art. 19 della legge 11 febbraio 1992, n.157 (ovvero con l'uso di metodi ecologici). Perchè se l'art. 18 comma c) della legge 157/92 vieta la caccia al muflone in Sardegna, dove è protetto a seguito della drastica riduzione dovuta al bracconaggio e all'impatto della pastorizia, non la vieta a quello dell’Arcipelago Toscano che proviene dalla Sardegna?

Sappiamo che la condizione delle specie animali nel nostro Paese oscilla nel tempo secondo le tendenze, gli interessi e le fantasie. Esempi ne sono il piccione (Columba livia) che è stato considerato specie domestica e poi selvatica rientrando di volta in volta sotto la giurisdizione di leggi diverse. Come la nutria (Myocastor coypus) considerata con grande fantasia: selvatica, protetta, alloctona, naturalizzata, nociva, invasiva. Quindi, prima protetta, ora da eradicare. Animali introdotti dall’uomo, per l’interesse dell’uomo, nelle nostre città e territori.

Come dichiarato più volte dagli organi del Parco, sono principalmente tre le motivazioni che spingono all'eradicazione del muflone: danni all'agricoltura, alla biodiversità, alla sicurezza stradale. Ma anche le pressioni degli agricoltori, degli albergatori e, diciamo noi, dei cacciatori in costante deliquio.

Danni all’agricoltura.

Per i danni all'agricoltura (abbiamo anche letto “di invasione ai giardini privati”: ma i mufloni non mangiano fiori!) si rimanda alla relazione dei ricercatori del Dipartimento di Biologia Vegetale dell'Università di Firenze del 2 luglio 2009, inserita nei Quaderni dell'Accademia dei Georgofili. Tale studio stabilisce che il muflone è molto selettivo e la sua predilezione per la vegetazione legnosa (Ruscus aculeatus, pungitopo e Ilex aquifolium, agrifoglio), fa di loro uno strumento dal valore incalcolabile per la conservazione di macchie e boschi (vedi www.georgofili.it/Media.... Ancora: "sull'Isola d'Elba si è potuto descrivere un trend stagionale dei danni che riflette la disponibilità di risorse e si sono evidenziati degli Hot Spots (punti caldi) di danno che per i mufloni si mantengono bassi in tutte le aree di studio. E' caratteristica dei mufloni instaurare una sorta di equilibrio con le risorse alimentari. Infatti il danno è sempre molto basso e uniformemente distribuito come se tendessero a minimizzare il disturbo distribuendolo il più possibile sul territorio". Quindi se il comportamento del muflone vale per l'Isola d'Elba dove erano in 500, vale anche per l'Isola del Giglio dove ne restano sparute decine.

Si rimanda anche allo studio sviluppato da Sterna nel 2006, con la supervisione scientifica di Silvano Toso per la Regione Emilia Romagna, nel quale si dichiara che "la maggior parte degli autori sia concorde nell'escludere pesanti responsabilità del muflone nel causare danni alle attività agricole"  nonchè "scarsa rilevanza dei danni provocati alle colture agricole e forestali conseguente alla rusticità della specie”.

Nel periodo 2010-2018 per i mufloni non sono stati liquidati danni all’agricoltura dalla Regione Toscana www.regione.toscana.it/documents/10180/...

Incidenti stradali.

Gli incidenti stradali? Secondo le statistiche, la maggior parte degli incidenti stradali avviene tra due o più veicoli (74,5%), quindi incolpare gli animali è ridicolo visto che in tutto il nostro Paese si contano circa 172.183 incidenti stradali nel 2019 e in Toscana 15.525.

Nel 2018 i mufloni in Toscana sono stati calcolati in 737, i caprioli in 184.578  e i cinghiali in 121.952. www.consiglio.regione.toscana.it/upload/...

Gli incidente con mufloni in Toscana tra il 2001 e il 2008 sono stati 3 sempre secondo uno studio della Regione. Per la sicurezza degli automobilisti  la Regione Toscana finanzia alcuni progetti che prevedono speciali prismi che riflettono la luce dei fari, allarmi visivi, ultrasuoni, corridoi ecologici.....ottime alternative alla caccia come dichiara il direttore di Confagricoltura Toscana.

Nessun incidente stradale è stato causato dai mufloni dal 2012 al 2017.

Danni alla biodiversità.

I danni alla biodiversità? Quale biodiversità? Il muflone non è concorrente con i cervidi, non occupa  nicchie ecologiche di altri animali, può solo competere con i camosci che però, nell’Arcipelago Toscano non sono di casa. E' preda di lupi, volpi, cani randagi (stimati 1 milione in Italia e di cui nessuno si preoccupa anche se si ibridano con i lupi danneggiando sì la biodiversità). Per quanto riguarda la flora si rimanda ai già citati documenti.
Si parla di  biodiversità e si dimentica di considerare che la caccia, molto attiva in Toscana,  nè protegge nè incrementa la biodiversità, non protegge il territorio, non risana i boschi, al contrario. Il rapporto pubblicato dall'ONU nel maggio 2019 parla di un milione di specie a rischio di estinzione a causa dell'impatto umano, più che in ogni altro periodo della nostra storia. Un'offensiva senza precedenti.

Il Living Planet Report dicembre 2016 del WWF, stima il tasso di declino per gli animali  terrestri del 38%, per quelli marini del 36% e per gli animali di acqua dolce dell'81%. Il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali dichiara:  "E' l'uomo la principale minaccia alla biodiversità. Il tasso di estinzione è stimato in circa una specie all'anno ma l'antropizzazione degli ambienti, la deforestazione e la pratica agricola delle monocolture determinano un tasso annuale diecimila volte superiore. Quando una specie scompare l'equilibrio che lega strettamente l'ecosistema, viene alterato". Possono i pochi mufloni fare tutto ciò?

Premesse queste osservazioni, tentiamo di portare alla luce ciò che dicono le leggi e i regolamenti.

Art. 12- 1. Ciascuno Stato membro può istituire un elenco nazionale delle specie esotiche invasive di rilevanza nazionale. A tali specie esotiche invasive gli stati membri possono applicare, se del caso e nel loro territorio, misure come quelle previste dagli art. 7, 8 da 13 a 17, 19 e 20. Tali misure devono essere compatibili con il TFUE e notificate alla Commissione conformemente al diritto dell'Unione. 2. Gli Stati membri comunciano alla Commissione e agli altri Stati membri le specie che essi considerano esotiche invasive di relevanza nazionale e le misure applicate conformemente al paragrafo 1.
Art. 18- Deroghe all'obbligo di eradicazione rapida.  1. Gli Stati membri possono decidere, sulla base di solide prove scientifiche ed entro due mesi dal rilevamento di una specie esotica invasiva di cui all'articolo 16, di non applicare le misure di eradicazione qualora sia soddisfatta almeno una delle seguenti condizioni: b) da un'analisi costi benefici basata sui dati a disposizione emerge con ragionevole certezza che i costi, nel lungo periodo, siano estremamente alti e sproporzionati rispetto a benefici dell'eradicazione; c) non sono disponibili metodi di eradicazione oppure sono disponibili ma producono effetti negativi molto gravi sulla salute umana, sull'ambiente o su altre specie.
Art. 19 Misure di gestione - comma 1,2,3,4,5.

Regolamento di esecuzione (UE) 2016/1141 della Commissine del 13 luglio 2016
www.certifico.com/component/... adotta un elenco delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale in applicazione del Regolamento UE n. 1143/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio. Punto 2. Sulla base delle prove scientifiche disponibili e delle valutazioni dei rischi effettuate a norma dell'art. 5 paragrafo 1 del regolamento UE n. 1143/2014 la Commissione ha concluso che tutti i criteri di cui all'art. 4 paragrafo 3 del medesimo regolamento sono soddisfatti per le seguenti specie esotiche invasive (vengono elencate le specie e tra queste non c'è il muflone). Forse perchè non è alloctono? http://eur-lex.europa.eu/legal-content/...

Infine, perché eradicare, ovvero uccidere i mufloni dell’Arcipelago Toscano, un parco naturale che rappresenta una zona protetta creata dall’interazione tra l’essere umano e la natura?

In conclusione, leggendo il bianco e il nero, le contraddizioni e le fantasie, le assenze e i pugni sul tavolo sorge naturale una domanda a risposta multipla: quanti sono i mufloni dell'Arcipelago, quali sono i danni documentati, quanti gli incidenti stradali provocati e quali specie dell'ecosistema (animali e vegetali) hanno subìto distruzione o invasione della propria nicchia ecologica?

A queste domande abbiamo già risposto.

aprile 2021

Mariangela Corrieri
Presidente Gabbie Vuote ODV Firenze









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