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Articoli per la rivista Italia Uomo Ambiente di Pronatura Firenze

Da agosto 2018 Gabbie Vuote collabora con la Rivista Italia Uomo Ambiente di Pronatura Firenze

La scienza degli esseri viventi in formule magiche


Introduzione - Non voglio parlare come animalista antispecista perché si potrebbe definire ciò che dirò: ideologia, emotività, sdolcinatezza, romanticheria, sentimentalismo. Parlerò con la voce degli scienziati che hanno sviluppato studi e teorie poi condensati in una serie di formule che io chiamo “magiche”: Biodiversità, Doomsday Clock, Teoria del Caos, One Health, Overshoot day, VI estinzione di massa, Antropocene.
Premetto che noi ci comportiamo con gli animali come i bianchi occidentali si comportavano con i neri africani al tempo dello schiavismo: li vendiamo, li compriamo, sfruttiamo il loro lavoro, la loro sofferenza per la nostra utilità. Ma, se vogliamo essere più duri, posso usare la frase di Isaac Singer, scrittore ebreo, Premio Nobel per la Letteratura: “Ciò che i nazisti hanno fatto agli ebrei, gli uomini lo stanno facendo agli animali”.
Per lo schiavismo, il colonialismo, il razzismo, il sessismo, religioni diverse, etnie diverse… abbiamo già capito che tale comportamento di oppressione era inaccettabile, anche se i frammenti di quella violenza ancora esistono. Perché non facciamo altrettanto con lo specismo, ovvero aboliamo la crudeltà che deriva sempre dal classificare/dividere, in questo caso tra animali umani e animali non umani, come abbiamo fatto per umani bianchi e umani neri, per donne e uomini, per padroni e servi… e non inseriamo gli animali nel nostro orizzonte morale? Siamo tutti esseri viventi abitanti di questa Terra, anelli della catena della vita che si manifesta in tutta la sua meravigliosa biodiversità.

Biodiversità - Il concetto di biodiversità è stato definito per la prima volta nel 1992, nell'ambito della Conferenza Mondiale di Rio de Janeiro, come la "variabilità tra gli organismi viventi provenienti da qualsiasi origine, inclusi gli ecosistemi terrestri, marini e acquatici e i complessi ecologici di cui questi sono parte". La descrizione più completa l’ha data l’ONU, definendo la diversità biologica come la varietà e variabilità degli organismi viventi e dei sistemi ecologici in cui essi vivono e ha redatto l’Agenda 2030 dove ha inserito la tutela della biodiversità: obiettivo 14 La vita sott’acqua, obiettivo 15 La vita sulla terra. Noi stessi facciamo parte della biodiversità
e ne utilizziamo i servizi: cibo, acqua, energia e risorse per la nostra vita quotidiana. Salvare la biodiversità, salvare il pianeta Terra, il nostro mondo, vuol dire salvare la Vita, in ogni sua forma. Il 22 maggio di ogni anno si celebra la giornata mondiale della Biodiversità ratificata da 193 paesi. Purtroppo il rapporto pubblicato dall’ONU nel maggio 2019, sostenuto da ISPRA, parla di un milione di specie animali e vegetali a rischio di estinzione a causa dell’impatto umano, più che in ogni altro periodo della nostra storia.
Oggi si perdono 27.000 specie in un anno, fino a 150 anni fa si perdeva una specie ogni secolo.
Non si perdono soltanto uccelli (tra cui ¼ delle specie che nutrendosi di frutta contribuiscono alla dispersione dei semi); mammiferi, pesci, il 40% di anfibi, ma anche gli insetti che rappresentano il 75 % delle specie animali del nostro pianeta di cui il 40% è a rischio estinzione, in particolare imenotteri/api, lepidotteri/farfalle, coleotteri/scarabei, insetti che hanno un ruolo primario per l’impollinazione delle piante con il 75% della produzione alimentare. Einstein, di cui conosciamo il genio, informò: “Quando le api spariranno gli uomini avranno soltanto 4 anni di vita”. Tutto ciò per l’antropizzazione, il sovrasfruttamento degli ambienti, la deforestazione, la pratica agricola industriale delle monocolture, il ricorso a pesticidi e fertilizzanti, la pesca, la caccia e il bracconaggio, il cambiamento climatico, l’inquinamento e, infine, il traffico di animali che rappresenta il quarto traffico illegale più fiorente al mondo dopo droga, armi e tratta di esseri umani.
Da questo capitale naturale dipendono benefici per 125mila miliardi di dollari, superando il PIL sommato di tutti gli Stati del mondo.

Teoria del caos - Ecco dunque la prima formula scientifica dal nome magico. La Teoria del caos è una teoria enunciata da Edward Lorenz nel 1963 e che ci ricorda un dato essenziale: il mondo non segue un modello preciso al millimetro e prevedibile; lo si voglia o no, nella nostra vita alberga anche il caos condensato nella locuzione “effetto farfalla” ovvero: “Il battito d’ali di una farfalla in Brasile può provocare un uragano in Texas”. Per questa teoria anche la minima deviazione nelle condizioni iniziali cambia l’intero comportamento di un sistema con il passare del tempo.
L'effetto farfalla, in conclusione, sottolinea come nella maggior parte dei sistemi biologici, chimici, fisici, economici e sociali, esistano degli elementi che, apparentemente insignificanti, sono in grado, interagendo fra loro, di propagarsi e amplificarsi provocando effetti catastrofici.
In maniera simile si comporta anche l'ambiente naturale terrestre (per disponibilità di cibo, presenza di predatori, condizioni climatiche), dove l'introduzione di una specie o la scomparsa di una di queste in modo violento, sia vegetale che animale, getta nel caos i delicati equilibri con conseguenze non sempre immaginabili. Questo ci fa capire come tutto quanto in natura sia concatenato e che i comportamenti individuali di ciascuno di noi incidono sull'ambiente che ci circonda, a volte in modo anche drammatico. Perciò, ogni nostro cattivo comportamento verso la natura avrà effetti distruttivi anche più lontano.
Un esempio pratico: se introduco nell’habitat italiano i cinghiali dell’est Europa, questi si moltiplicheranno a dismisura creando i problemi che sappiamo in quanto si trovano in un habitat non pertinente; se compro in Italia l’olio di palma, in Asia verranno distrutte le foreste per coltivare la palma; se bevo il caffè kopi luwak gli zibetti asiatici verranno catturati e moriranno; la contaminazione acustica e ambientale antropica danneggiando l’ecosistema delle balenottere azzurre potrebbe portarle a spiaggiarsi; lo sbiancamento della barriera corallina causa la morte dei coralli e distrugge il loro ecosistema; se abbandono per la strada i cani che, diventando randagi e ferali, si ibrideranno con il lupo il quale perderà il proprio patrimonio genetico mentre l’ibrido, conoscendo l’uomo, si avvicinerà facilmente a lui provocando le aggressioni agli animali domestici. Quindi, poiché per la Teoria del Caos siamo tutti collegati, ogni nostro gesto si ripercuoterà altrove, anche lontano da noi ma, visto che si parla di animali, non siamo noi le vittime ma loro che subiranno i nostri colpevoli comportamenti.

One health - Il termine “One Health” viene coniato per la prima volta nel 2004 a seguito della conferenza “One World, One Health” tenuta a New York ed organizzata dalla Wildlife Conservation Society (WCS). One Health, una sola salute, coinvolge tutti gli esseri viventi. È riconosciuta ufficialmente dal Ministero della Salute italiano, dalla Commissione Europea e da tutte le organizzazioni internazionali. Si riconosce che la salute dell’uomo, degli animali domestici e
selvatici, delle piante e dell’ambiente in generale (compresi gli ecosistemi) sono strettamente
collegati e interdipendenti.
Le malattie passano da una specie all’altra, spill over, per l’estrema vicinanza in cui gli animali sono costretti anche per la sottrazione dei loro habitat. L’Organizzazione mondiale della sanità, già nel 2007 avvertiva che il rischio di epidemie virali cresce in un mondo dove il delicato equilibrio tra uomo e microbi viene alterato da diversi fattori quali il cambiamento del clima e le attività antropiche sugli ecosistemi.
I coronavirus sono lì a testimoniarlo. Nel corso degli ultimi anni, infatti, si sono avute varie epidemia da coronavirus, tra cui SARS nel 2002, MERS nel 2012 e infine il COVID 19 nonché centinaia di persone infettate da versioni del coronavirus legate ai visoni.
Per non parlare delle infezioni che hanno colpito e colpiscono gli animali domestici degli allevamenti intensivi: aviaria che colpisce gli uccelli selvatici ma passa anche a quelli domestici, in particolare polli, tacchini, anatre; peste suina che colpisce i suini e i cinghiali più grandi cosicché i giovani e i giovanissimi, restando senza guida e senza regole (mentre prima si accoppiavano solo gli adulti capi branco), sono loro ad accoppiarsi con effetto moltiplicatore. Jane Goodall etologa e primatologa di fama mondiale ha scritto: “È il nostro disprezzo per la natura e la nostra mancanza di rispetto per gli animali, con cui dovremmo condividere il pianeta, che causa le pandemia perché mentre distruggiamo la foresta le diverse specie di animali sono costrette a una prossimità e quindi le malattie vengono facilmente trasmesse”.
Ilaria Capua virologa: “Tre coronavirus in meno di vent’anni rappresentano un forte campanello d’allarme. Sono fenomeni legati anche a cambiamenti dell’ecosistema perché se l’ambiente viene stravolto, il virus si trova di fronte a ospiti nuovi”.

Overshoot day - È il giorno nel quale l'umanità ha esaurito le risorse prodotte dal pianeta nell'intero anno, calcolato dall’organizzazione internazionale Global Footprint Network. Nel 2022, il mondo ha raggiunto l’OSD il 28 luglio, l’Italia il 15 maggio e siamo noni nell’elenco.
Viviamo a credito. Fino al 1970 il nostro Pianeta era sufficiente per far fronte al consumo umano.
Attualmente il mondo sta consumando 1,7 pianeti Terra ma se tutti gli abitanti del globo vivessero come gli italiani ci sarebbe bisogno di 2,8 pianeti Terra per sostenerne i consumi. Infatti l'impronta ecologica pro capite dei Paesi europei è tra le più alte del Pianeta insieme a quella degli Stati Uniti. In pratica dopo l’Overshoot Day non avremo terreni per l’agricoltura né habitat adatti per la fauna selvatica, accumuleremo rifiuti su territori che non avranno il tempo di depurarsi, taglieremo alberi che non saranno ripiantati, mangeremo pesci che non saranno riusciti a riprodursi. Praticamente coinvolgeremo in questa mancanza di risorse anche tutti gli animali del pianeta.
LIPU: “Siamo una specie su 8 milioni ma abbiamo modificato il 75% degli habitat terrestri e il 65% degli habitat marini. Consumiamo una quantità enorme di risorse e di fatto continuiamo a ignorare che il nostro Pianeta ha dei limiti fisici che non potranno essere superati”.
Doomsday clock - Gli scienziati dell’Università di Chicago nel 1947 inventarono l’Orologio dell’apocalisse, ovvero un orologio metaforico che misura il pericolo di un'ipotetica fine del mondo. Gestito da numerosi scienziati tra cui anche 13 premi Nobel. A gennaio 2023 l’Orologio dell’apocalisse ha segnato 90 secondi alla mezzanotte. Tra le minacce più gravi, secondo gli esperti che lo regolano, ci sono la guerra in Ucraina (alla quale si è aggiunta quella in Palestina) e i cambiamenti climatici.
I cambiamenti climatici stanno portando distruzione intorno a noi: al mare, alle foreste, agli animali e di conseguenza agli umani visto che siamo tutti interconnessi. Ed escludendo le questioni più vicine, come le crisi alimentari,
le diseguaglianze sociali, i rischi geopolitici, dobbiamo considerare quelli più distanti ma incombenti.
Alcuni esempi? L’acidificazione degli oceani con pericolo per la fauna marina, lo scioglimento dei ghiaccia che aumenterà il livello del mare e inonderà le città costiere, la desertificazione col progressivo impoverimento del terreno,
gli incendi delle foreste con aumento di CO2, l’inquinamento e l’esaurimento dell’acqua dolce oro blu, l’aumento delle temperature, le bombe d’acqua, le esondazioni. Nel 2019 la foresta amazzonica è andata a fuoco sprigionando
una nuvola di fumo che si è diffusa per oltre tremila chilometri (quasi tre volte l’Italia) bruciando l'equivalente di 1,5 campi da football di foresta pluviale al minuto. Quanti milioni, miliardi considerando gli insetti, di animali sono morti?
Quando una specie scompare l’equilibro che lega strettamente l’ecosistema viene alterato.
È certo che anche quando noi non ci saremo più il nostro Pianeta continuerà a vivere per qualche miliardo di anni fino a che il sole si spengerà, collasserà su se stesso e diventerà una nana bianca.

Antropocene - Secondo il premio nobel per la chimica Paul Krutzen, al quale si deve il termine, e secondo la società internazionale dei geologi, siamo entrati nell’era geologica dell’Antropocene per l’impronta devastante dell’uomo sulla Terra e secondo le sue parole: “Ci stiamo avvicinando a passi da gigante verso il collasso”. Secondo il direttore scientifico del WWF Gianfranco Bologna, "La terra non è in pericolo, è in pericolo l'umanità". Per la prima volta della vita sulla Terra una singola specie è capace di modificare l’evoluzione. In natura non esistono rifiuti né inquinamento, i processi sono circolari, non lineari, tutto viene utilizzato.
A 65 milioni di anni dalla scomparsa dei dinosauri la Terra sta vivendo la sesta estinzione di massa della sua storia. Secondo la comunità scientifica entro pochi decenni circa il 75% delle specie viventi scomparirà.
Secondo le previsioni di Daniel Rothman, geofisico del Mit di Boston la prima e più importante università del mondo, il processo di estinzione entro il 2100 raggiungerà il suo apice e impiegherà circa diecimila anni per trovare un nuovo equilibrio. Sulle cause della sesta estinzione di massa gli scienziati concordano: frammentazione e alterazione degli habitat, deforestazione, coltivazioni estensive, attività estrattive, diffusione di specie invasive, nuovi agenti patogeni, crescita abnorme della popolazione umana e sua organizzazione in grandi agglomerati urbani, defaunizzazione dovuta ad eccessive attività di caccia e pesca, inquinamento incontrollato fino ai noti cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità. Il costo globale dei disastri naturali è stato stimato, negli ultimi vent'anni, in 520 miliardi di dollari l'anno e l'Italia rientra, purtroppo, nei primi dieci Paesi al mondo che ha subìto in questo periodo i danni maggiori.

Conclusione - Vorrei concludere con l’ultima parola, questa volta veramente magica, che non ha a che fare con la scienza ma con un’aspirazione a cui tutti noi tendiamo: paradiso. La terra primordiale è stata descritta dagli scienziati non proprio un paradiso ma un posto passabile. Secondo la cultura cristiana, il paradiso è il luogo dove: Il lupo abiterà con l’agnello e il leopardo giacerà con il capretto.
A questo paradiso di pace senza violenza vorremmo tornare e trascendere la terribile frase di Yuval Noah Harari: “L’Homo Deus, al quale siamo arrivati, intriso del suo altezzoso narcisismo, sta distruggendo la sua culla, la sua casa, il suo pianeta e quindi se stesso. Serve che la nostra coscienza, la nostra ragione e i nostri sentimenti, ci riportino alla Natura, a quella madre che ha avuto ed ha cura di noi fornendoci acqua, aria, terra. Come un patrimonio da rispettare e non come un patrimonio da gettare alle ortiche”.
Sogno, illusione, utopia? Ma sappiamo che ogni altezza umana è un sogno, un’illusione, un’utopia verso cui però vogliamo camminare perché ogni vita salvata è un mondo salvato.

Firenze, maggio 2024

Mariangela Corrieri
Presidente Gabbie Vuote ODV Firenze










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